Il bisogno di essere capiti

Quanto è importante per i bambini di oggi essere e sentirsi capiti dalle figure di riferimento in ambito familiare, scolastico ed educativo?

E' un bisogno di alcuni, o una necessità costitutiva dell'essere umano nella creazione della propria autostima?

Fin dalle prime interazioni con i caregivers primari (genitori o tutori che si voglia) i bambini scoprono il mondo anche attraverso feedback continui che ricevono dalle figure di riferimento. E' proprio da questa interazione che i bambini e, di conseguenza l'adulto, costruiscono le proprie credenze in relazione al mondo che li circonda. Ma quanto, nella vastità della soggettività di tale percezione, è importante la capacità altrui di comprendere e capire le motivazioni che spingono un individuo a comportarsi in un modo, anziché in un altro?

Il genitore, o l'educatore, svolge un ruolo importante nella costruzione dell'identità dell'individuo, caratterizzata da autostima, costrutti del mondo esterno e auto percezione di sé.

Se da un lato l'individuo volge la sua esistenza verso una costruzione unica ed irripetibile di sè, è pur vero che dall'altro l'uomo è un individuo sociale e per tale motivo volge le proprie credenze verso il mondo che lo circonda. Questi processi prettamente psicologici prendono il nome di Mentalizzazione, o comunemente chiamata teoria della mente.

La capacità di comprendere le giuste esigenze e, quindi fornire un adeguato feedback in relazione alla reale esigenza del bambino, diventa di rilevante importanza al fine di una comunicazione efficace, volta al raggiungimento degli obiettivi pedagogici di crescita.

Ascoltare le emozioni, i sentimenti e le esigenze del bambino, si rivelano necessari per un approccio educativo e pedagogico efficace.

In questo modo, la figura genitoriale e dell'educatore diventano compagni di viaggio importanti nella scoperta e nella costruzione di una identità sicura.