Educare con il Gioco

Il gioco è nella vita del bambino una attitudine innata che lo porta in una dimensione ludico- pedagogica non indifferente, in quanto caratterizzata da due elementi fondamentali: la spontaneità e la libertà, importanti per il piacere, la soddisfazione e il divertimento.

Se in precedenza il gioco era ritenuto uno svago senza finalità, oggi ha acquisito una connotazione più importante attraverso lo studio e l'osservazione da parte di numerosi ambiti accademici: dalla filosofia, alla psicologia ecc.

Funzioni del gioco

L'attività ludica svolge un ruolo cruciale per lo sviluppo delle quattro aree importanti della vita del bambino: l'ambito emotivo, cognitivo, motorio e relazionale.

Esso svolge, inoltre, anche un ruolo fondamentale per quanto riguarda l'utilizzo di termini specifici, aumenta la comunicazione e la cooperazione con i compagni e fa prendere coscienza delle regole, cercando di rispettarne i valori.

Altro aspetto importante del gioco è la progettualità delle sue fasi,  che implica l' organizzazione di gesti, parole o azioni necessari alla sua realizzazione, aumentando la creatività.

Teorie sul gioco: aspetti multidisciplinari

Molti studiosi di vari discipline, quali antropologi, filosofi, psicologi ecc., hanno analizzato il gioco nelle sue dinamiche, nella struttura e negli elementi positivi che contribuiscono alla costruzione dell'identità e della personalità del bambino.


Sigmund Freud ha osservato, in particolare, la connessione che si evince tra il gioco e la psiche e ha dedotto che esso permette di liberare le emozioni e, contemporaneamente, di gestirle ed incanalarle.

Il pedagogista Jean Piaget ha attribuito alla funzione del gioco un ruolo rilevante principalmente per ciò che riguarda lo sviluppo cognitivo, arricchendo e aumentando le connessioni neurali del bambino.

Friederich Frobel ha considerato il gioco un fattore determinante per lo sviluppo dell'individuo. Nella sua funzione pedagogica, egli considerava il gioco come una forma di svago e divertimento, ma allo stesso tempo uno strumento capace di accendere l'attenzione e la curiosità del bambino, favorendone l'apprendimento.

Lo piscoanalista Donald Winnicott ha studiato lo sviluppo del bambino e ha strutturato le fasi che lo contraddistinguono in base al grado di attaccamento-dipendenza con il caregiver primario. Egli ha messo in risalto come il gioco permetta al bambino di prendere consapevolezza sia del mondo che lo circonda che di se stesso, traendo fiducia e sicurezza da ciò che apprende.

Maria Montessori affermava che il movimento del bambino nell'ambiente circostante fosse un elemento importante per il suo l'apprendimento, poichè lo pone nelle giuste condizioni per poter esprimere se stesso liberamente, sempre all'interno di regole ben stabilite. L'espressione di sè, quindi, svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'individuo.

E' chiara quindi l'importanza che il gioco assume nella vita di ciascuno di noi, andando a consolidare capacità comunicative, relazionali e di dialogo. Sebbene esso sia una prerogativa dei bambini,  il gioco dovrebbe essere presente nella sua forma più viva, e in maniera congrua, in ogni fascia di età.

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